2.8 Rampa diametrale
Il passaggio, ottenuto dal taglio diametrale del cilindro romano e creduto per lungo tempo una creazione dell'epoca di Alessandro VI Borgia (1492-1503), è in realtà un'ingegnosa impresa dell'architetto Niccolò Lamberti per Bonifacio IX Tomacelli (1389-1404). L'intervento consentì di aprire un accesso sopraelevato e nascosto, alternativo a quello originario. Quest'ultimo si presentava in asse con l'antico Ponte Elio, dunque troppo scoperto e inadeguato alle trasformazioni che in chiave militare interessarono la Mole Adriana e che trovavano compimento alla fine del Trecento. Interrato il corridoio elicoidale, questo restava l'unico varco per penetrare all'interno del cilindro e risalirlo, attraverso un ponte levatoio allora collocato all'inizio della nuova rampa: in corrispondenza, sulla muratura esterna, si notano ancora i segni dell'argano che lo muoveva. Ancora oggi, nel punto d'incontro tra le due rampe trova posto una botola: alzando gli occhi, si scorge un'apertura di avvistamento al piano superiore, che probabilmente serviva a controllare il passaggio sottostante. Chiunque avesse percorso questo camminamento si sarebbe trovato sotto il tiro di due bocche da fuoco ricavate negli stipiti della grande porta romana della Sala delle Urne. |